sabato 23 ottobre 2010

Poesia dal Titolo: L'Uocchie Tuoi


Ll'uocchie tuoie...
Chill'uocchie so' cunfiette,
ca quanno rideno
regnen''a panza e 'o core mpietto,
so cchine 'e zucchere e ciucculate,
ca lassano 'o ddoce mmocca
e 'o core malato.




domenica 3 ottobre 2010

Racconto dal Titolo: Un giorno come tanti.

Quel giorno..., una giornata estiva cosi' solare che credevi di
essere cieco,un ragazzo cercava rifugio nelle ombre dei
boschi:passando il tempo tra le macchine parcheggiate,
cercando di scoprire quella che andava piu'veloce.
Quel giorno....,il ragazzo ancora non sapeva che avrebbe
segnato il suo destino.
Vedete,nell'estati del sud italia si puo' dire che fu una
giornata perfettamente normale:gironzolare in giro aspettando
di farti il bagno perche' avevi appena finito di mangiare.Il
ragazzo pero' era all'oscuro che, il Nonno, quel giorno lo
stava cercado per tutto il lido, come se fosse una questione
di vita o di morte.
Cosi' mentre osservava l'ennesimo cruscotto attraverso i vetri
delle macchine, una figura riflessa, lo afferro' per il
braccio e disse:< andiamo!>.Era suo Nonno.Non gli diete
neanche il tempo di girarsi.
Con passo veloce e senza dirgli dove si andava il ragazzo
seguiva suo Nonno.Non molto lontano da dove fu trovato, in una
strada,tra spiaggia e bosco,poteva quasi intravedere tanta
gente che si dirigeva e si univa ad altre come a formare un
rettangolo umano;e pure loro,tra lo stupore del ragazzo, si
dirigevano nella stessa direzione.
Piu' si avvicinavano alla marea di gente e piu' il passo
rallentava.Il Nonno si fermo'di scatto, proprio dietro al muro
di persone come se provasse a nascondersi.A quel punto si giro
verso il ragazzo e gli consegno'un paio di scarpe da
ginnastica e disse: Mettiti queste.

Una volta cambiate,lo prende di nuovo per il braccio e 

facendosi largo tra la folla,raggiungono un punto frontale di 

questo rettangolo,dove, gente non c'era.Mentre il Nonno 

parlava con un altro individuo,il ragazzo si giro',come per 
curiosita',per vedere cosa c'era dietro le sue spalle:Davanti 
a lui conto'sette ragazzi piu'grandi di lui,sicuramente di 
statura ma forse anche di eta'.Tutti e sette avevano un numero 
sul petto, ed erano vestiti solo con maglietta pantaloncini e 
scarpette.Quell'immagine davanti ai suoi occhi,fermo' il 
tempo:non sentiva piu' voci o rumori,il vento non soffiava 
piu',il solo non scottava piu',la marea di gente 
scomparve.Vedeva solo quei ragazzi davanti a se.E mentre li 
osservare il suo cuore stranamente cominciava a battere con 
ferocia velocita'.Si risveglio' solo alla voce del Nonno che 

gli disse:Ti ho iscritto a questa corsa oggi pomeriggio 

voglio che tu gareggi.Famme vere' cche sai fa'.
Cosi'con queste parole gli appiccico'il numero sulla maglietta e lo 

lascio'.Era la numero 10.

Tutto ormai era pronto.Il Nonno si mischio' nella folla fino 
al punto che i suoi occhi lo persero.Intorno a lui i ragazzi 
erano pronti per la partenza e aspettavano solo lo sparo.La 
gente era li'solo per passare un pomeriggio diverso aspettando 
di rituffarsi in mare.
Ma Lui,il ragazzo,no...Lui stava vivendo il momento piu' bello 
della sua vita e anche il piu' distruttivo.
Cosa aveva spinto il Nonno a iscriverlo a quella competizione?
La risposta non gli interessava.Ora era li'.Se suo nonno 
credeva che poteva farcela,allora c'e'una solo risposta. 
Vincere.Con quel gesto il Nonno gli insegno' che tutto e' 
possibile.Lui? Il piu' piccolo contro a questi ben formati 
ragazzi magari della stessa eta'?Lui si sente il piu' 
grande.Capi'che sentirsi addosso la fiducia di una solo 
persona sarebbe bastato per vincere.Senzazioni che non aveva 
mai provato prima.Orgoglio,Fiducia,Competivita',erano come 
fari che lo avrebbero guidato alla luce in una vita fatta di 
bui.
Lo sparo lo risveglio' da tutti questi pensieri.La gara era 
iniziata.Parti' in ritardo.Questo non lo fermo'a recuperare 
posizioni.100 Metri.Un eternita'.Non si guardava ne a destra 
ne a sinistra solo davati.alla partenza era sesto,ma una forza 
indiscrevibile nelle gambe lo porto'al quarto.La velocita' 
aumentava man mano che il traguardo si faceva piu' vicino.Come 
per magia,sara' stato il calore, vedeva che il terzo e il 
secondo rallentavano.Passo'il terzo con facilita'.Ormai 
mancava poco,ma ai suoi occhi era abbastanza per vincere.Si 
avvicino' al secondo.E li qualcosa accadde.Vedete dei sette 
ragazzi,quello posizionato secondo era il piu'grande 
fisicamente.Nel momento in cui lo affianca per passarlo,venne 
colpito da una gomitata,involontaria,ma l'incidente fu 
decisivo.Taglio' il traguardo, ma ancora si stava ricoverado 
dalla botta presa durante la gara e quindi non sapeva che 
posizione fini'.Sei arrivato quarto.
Una voce disse.Era il Nonno.Si 
guardarono dispiaciuti.Non cerco' giustificazioni ma sapeva 
che se non prendeva quella gomitata forse avrebbe vinto.
Tutto torno'normale dopo quella giornata.O forse no.
Vedete,quel giorno, il ragazzo scopri' anche un altra 
senzazione.Scopri' la Speranza.Da quel giorno sperava 
nient'altro che di essere ributtato di nuovo nella 
mischia,ovunquee dovunque ma da qualcuno e di sentirsi dire:.
Famme vere' cche sai fa'.

Quella Speranza lo paralizzo' per tutta la vita.